Plastica

Plastica e food packaging: perché funziona

 

Caratteristiche, qualità, usi e abusi: la plastica nel food packaging.

Hai notato che la maggior parte degli imballaggi delle bevande e dei cibi che consumiamo vengono prodotti in plastica? Ti sarai anche chiesto perché non vengano utilizzati altri materiali con più spiccate caratteristiche di sostenibilità ambientale. Proviamo a darti alcune risposte.

Innanzitutto la plastica presenta una combinazione straordinaria di proprietà che la rendono un materiale estremamente versatile ed adatto a diversi utilizzi. Caratteristiche come flessibilità, resistenza meccanica, trasparenza e stabilità si aggiungono alla capacità della plastica di non influire sulle proprietà organolettiche e sulla qualità dei cibi. Un vero e proprio effetto barriera.

È davvero possibile sostituire la plastica?

Per arrivare a sostituire la plastica nel food packaging bisognerebbe trovare un materiale che abbia le seguenti proprietà:

  • leggerezza: un packaging leggero oltre ad essere meglio apprezzato dal consumatore, rende più efficiente e meno costoso il sistema di trasporto;
  • shelf life: quella della plastica consente di preservare anche i cibi che sono più facilmente deperibili, riducendo in questo modo anche la quantità di additivi e conservanti alimentari;
  • basso costo e convenienza della produzione su larga scala: è fondamentale per reggere i grandi volumi della produzione agro-alimentare e delle bevande;
  • sicurezza igienica: la plastica si sterilizza facilmente e riesce a proteggere a lungo dalla contaminazione batterica. La garanzia della sicurezza igienica di un packaging di plastica è sfruttata anche nel settore farmaceutico e biomedicale.
  • trasparenza: l’imballaggio trasparente consente al consumatore di vedere il prodotto all’interno. Una caratteristica importante anche per le strategie di vendita delle aziende che scelgono di utilizzare inserti in plastica (es. confezioni di pasta) abbinati ad altri materiali (spesso la carte), così da comporre packaging più complessi e capaci di catturare l’attenzione del consumatore.

Nonostante tutti questi aspetti positivi, la plastica oggi è vista come una sorta di demone da cui derivano tutti i mali del nostro pianeta. Siamo quotidianamente bombardati da immagini di tonnellate di rifiuti, soprattutto derivanti dal food packaging (bottiglie, sacchetti e confezioni), che inondano spiagge, mari ed oceani. Secondo chi cavalca un trend supportato generalmente da argomentazioni abbastanza qualunquiste (populiste), l’unico colpevole della sofferenza del pianeta sarebbe proprio la plastica. Come se la plastica al termine del suo ciclo di vita andasse a morire nell’ambiente, creando accumuli dannosi per l’ecosistema.

Che poi in realtà è così, non siamo tanto distanti dalla realtà delle cose: basta aggiungere la variabile umana per far tornare i conti.

Food packaging: qualità e sicurezza prima di tutto

Il food packaging è un settore produttivo con un elevato impatto economico, sociale ed anche ambientale. L’importanza del food packaging è riconoscibile sia nei volumi di produzione che nella sua funzione principale: conservare l’integrità del cibo lungo tutta la filiera, dalla catena di produzione fino a quando arriva nelle mani del consumatore.

Il packaging deve preservare le caratteristiche organolettiche del cibo, garantirne la stabilità chimico-fisica (ed impedirne quindi impedirne il deterioramento) e microbiologica (per evitare la contaminazione da parte di agenti patogeni e pericolosi per l’uomo).

La qualità e la sicurezza del cibo e/o delle bevande sono due aspetti che il produttore mette sempre al primo posto nella scelta del tipo di packaging da utilizzare. Ad oggi la plastica, per via di tutte le proprietà elencate precedentemente, rimane un materiale insostituibile per alcuni cibi o bevande.

E quindi, perché si sta cercando di sostituire la plastica?

La plastica è paradossalmente un materiale troppo buono, estremamente competitivo e versatile: costa poco, ha proprietà uniche e difficilmente replicabili.

Per questi motivi il mercato e di conseguenza le persone sono arrivati a fare della plastica un uso-abuso che ha portato alla generazione di tonnellate di rifiuti. Il sistema di raccolta e rimessa in circolo presenta inoltre diverse criticità, non tutte risolte e probabilmente non tutte risolvibili, almeno nel breve. Ne è conseguito un inquinamento ambientale notevole che mette in serio pericolo il mantenimento della biodiversità e la nostra salute.

L’Unione Europea, attraverso la Direttiva 2019/904 sulla plastica monouso, ha deciso di agire in modo forte per ridurre nel settore del food packaging il consumo di plastica, spingendo aziende ed autorità degli Stati Membri a trovare nuove soluzioni alternative alla plastica, come l’utilizzo delle bioplastiche.

Bioplastiche: quale futuro?

Numerose organizzazioni, centri di ricerca, università ed imprese stanno collaborando insieme alla realizzazione del Bio-Plastics Europe, finanziato dall’Unione Europea (Horizon 2020), il cui obiettivo principale è quello di progettare e sviluppare soluzioni sostenibili basate sull’impiego ed il riciclo di bioplastiche compostabili o biodegradabili.

Il ruolo delle bioplastiche deve essere ambizioso perché per sostituire la plastica nel food packaging, questi materiali devono arrivare ad avere per tutte le tipologie di prodotto alimentare quella combinazione di proprietà e caratteristiche tecniche che ad oggi possiede solo la plastica.

Anna Sagnella

Photo by Wander Fleur on Unsplash